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D_AL_22.3.2023

*_ Le prove delle riprese dei corti vanno avanti, sbagliando e ritentando, sempre grazie alla guida di Luigi Santonastaso. Ma le sceneggiature cercano ancora la loro forma e, soprattutto, la loro forza.

Andiamo avanti!

“Un sogno chiuso in un cassetto”.

Oggi, ci siamo tuffati nella figura della nonna, figura che diventa cruciale nel momento in cui la protagonista deve scegliere se mettersi alla prova, o meno, se cambiare o no. Ambra torna a quella panchina in cui, quand’era bambina, andava con sua nonna e insieme cantavano a squarcia gola. La panchina è un luogo dell’anima, uno di quei luoghi per cui restare, come ci ha insegnato l’Architetto La Fauci durante le prime lezioni. È lì che abbiamo trovato la svolta, in quelle emozioni che ci legano ai luoghi e alle persone e dove ritroviamo noi stessi.

“Hikikomori”.

Cosa ci può essere di peggio che chiudere delle persone che non si capiscono più dentro le mura di una casa? Può il virtuale essere la soluzione unica e definitiva per salvarsi? La pandemia appena vissuta e conclusa ci ha spesso messi sul limite… Così è per i due fratelli protagonisti di questa storia, due adolescenti rimasti chiusi in casa con due genitori che stavano per separarsi un attimo prima che iniziasse il lockdown… Obbligati alla chiusura e al silenzio dei genitori, come faranno i due fratelli a salvarsi dal vuoto e dalla solitudine delle incomprensioni? Oggi ci siamo fermati proprio qui, al momento di decidere, di cercare una speranza fuori dal virtuale e riuscire a raccontarla nel finale…

 “Shoolfobia”.

Abbiamo cercato, oggi, di definire Ian, il nostro protagonista, perché a lui è affidata la risoluzione di tutti gli altri personaggi, che alla fine si ritrovano, lontano dai cellulari e dal digitale. Il tema, la storia, la vicenda è piuttosto chiara, ma per noi la cosa più difficile resta riuscire a capire cosa vediamo, a raccontare le scene per immagini. Ci siamo accorti che spesso, ragioniamo per logica, per pensiero e soprattutto attraverso le parole, mentre spesso la vita è fatta di silenzi, di sguardi, di piccoli gesti che legano le persone… è questo che vogliamo riuscire a raccontare!

Possiamo farcela! A presto, caro diario!